Avverta il buon Poeta moderno di non intendersi punto di Musica, imperciocché tale intelligenza era propria degli Antichi Poeti secondo Strabone, Plinio, Plutarco, etc., li quali non separarono il Poeta dal Musico, né ’l Musico dal Poeta, come furono Anfione, Filamone, Demodoco, Terpandro, etc. etc. etc.
L’Ariette non dovranno aver relazione veruna al Recitativo, ma convien fare il possibile d’introdurre nelle medesime per lo più farfalletta, mossolino, rossignuolo, quagliotto, navicella, copanetto, gelsomino, violazotta, cavo rame, pignatella, tigre, leone, balena, gambaretto, dindiotto, capon freddo, etc. etc. etc., imperciocché in tal maniera il Poeta si fa conoscere buon Filosofo distinguendo co’ paragoni le proprietà degli Animali, delle Piante, de’ Fiori, etc.
Prima che l’Opera vada in Scena dovrà il Poeta lodar Musici, Musica, Impresario, Suonatori, Comparse, etc. Se l’Opera poi non avesse felice incontro, dovrà esagerare contro gli Attori, che non la rappresentano conforme l’Intenzione sua, perché non pensano che a cantare, contro il Maestro di Capella, che non ha intesa la forza delle Scene, non badando egli che a far l’ariette; contro l’Impresario, che per soverchio risparmio l’ha posta in scena con poco decoro; contro Suonatori e Comparse tutti ogni sera ubbriachi, etc.; protestando ancora ch’egli avea composto il Dramma in altra maniera, che ha convenuto levare, aggiungere ad arbitrio di chi comanda e particolarmente della incontentabile prima Donna, e dell’Orso, che lo farà leggere nell’Originale, che al presente appena lo riconosce per suo, e chi ciò non credesse lo dimandi alla Serva o Lavandara di Casa, che prima d’ogn’altro l’hanno letto e considerato, etc.
Nelle prove dell’Opera non dirà mai l’Intenzione sua a verun degli Attori, riflettendo saviamente che questi vogliono fare a modo loro ogni cosa.
Se qualche Personaggio per convenienza dell’Opera fosse scarso di Parte, gliene aggiungerà subito che ne venga richiesto o dal Virtuoso o dal di lui Protettore, avendo sempre preparato qualche centinaio d’ariette per poter cambiare, aggiungere, etc., non trascurando di riempire il Libro de’ soliti Versi oziosi segnati con virgolette.
Se si trovassero in una Prigione Marito e Moglie, e che l’uno andasse a morire, dovrà indispensabilmente restar l’altro per cantar un’Arietta, la quale dovrà essere d’allegre parole per sollevar la mestizia del Popolo, e per fargli comprendere che le Cose tutte sono da scherzo.
Se due Personaggi parlassero amorosamente, tramassero Congiure, Insidie, etc., dovranno sempre ciò fare alla presenza de’ Paggi e delle Comparse.
Occorrendo ad un Personaggio di scrivere, farà il Poeta portare un Tavolino con Sedia doppo cambiata la Scena, quale farà parimente levare subito scritta la Lettera, perché detto Tavolino non debba mai supporsi addobbo del Luogo dove si scrive. Lo stesso osserverà del Trono, Sedie, Canapé, Sedili d’Erbe, etc.
Introdurrà nelle Sale regie Balli di Giardinieri, e ne’ Boschi di Cortigiani; avvertendo che il Ballo di Piroo può entrar in Sala, in Cortile, in Persia, in Egitto, etc.
In caso si accorgesse il Poeta moderno che il Musico pronuncia male, non dovrà però mai correggerlo, imperciocché ravvedendosi il Virtuoso e parlando schietto potrebbe minorarsi l’esito de’ Libretti.
Ricercato da Personaggi per qual parte debbano entrare, uscire, mover le braccia e come vestirsi, lascerà ch’entrino, escano, si movano e si vestano a modo loro.
Se i metri dell’Arie non piacessero al Maestro di Musica, gli cambierà subito, introducendo ancora nell’Arie a capriccio del medesimo: Venti, Tempeste, Nebbie, Sirocchi, Greco levante, Tramontana, etc.
Molte dell’Arie dovranno esser lunghe a segno che alla metà di esse non si ricordi più del principio.
L’Opera dovrà rappresentarsi con soli sei Personaggi, avvertendo, che due o tre Parti siano introdotte in maniera che, occorrendo, possano levarsi senza guastare l’Intreccio del Dramma.
La parte di Padre o di Tiranno (quando sia la principale) dovrà sempre appoggiarsi a CASTRATI; riserbando Tenori e Bassi per gli Capitani di Guardia, Confidenti del Re, Pastori, Messaggieri, etc.
Poeti di poco credito avranno tra l’anno Impieghi forensi, Fattorie, Soprintendenze economiche; copieranno Foglietti, correggeranno Stampe, diranno male l’uno dell’altro, etc. etc. etc.
Pretenderà il Poeta un Palchetto dall’Impresario, metà del quale affitterà molti mesi prima che l’Opera vada in scena, e tutte le prime sere; riempiendo l’altra metà di Maschere, quali condurrà franche di porta.
Visiterà spesso la prima Donna, imperciocché per ordinario dipende da questa l’esito dell’Opera buono o tristo c’abbia a succedere, ed a genio di questa regolerà il Dramma, aggiungendo e levando parte a lei, all’Orso o ad altri Personaggi, etc. Ma si guarderà di non dargli ad intendere cosa veruna dell’Intreccio dell’Opera, perché la VIRTUOSA moderna non deve intenderne punto: informandone al più a parte la Signora MADRE, Padre, Fratello o Protettore della medesima.
Visiterà il Maestro di Capella, gli leggerà il Dramma più volte, avvisandolo dove il Recitativo deve andar lento, dove presto, dove appassionato, etc., non dovendo rilevar il Compositore moderno di Musica veruna di tali cose, e gl’incaricherà poi nell’Arie brevissimi Ritornelli e Passaggi (ma piuttosto molte repliche intere delle parole), perché meglio si goda la Poesia.
Farà cerimonie con Suonatori, Sarti, Orso, Paggi, Comparse, etc. raccomandando a tutti l’Opera sua, etc. etc. etc.
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