giovedì 18 ottobre 2012

Il Teatro alla Moda: A' Compositori di musica (1)

Eccoci al secondo capitolo della satira di Marcello, dedicato ai compositori. Non siamo più abituati a percepire il teatro d'opera come vivo e pulsante, ma piuttosto come reliquia di un passato lontano; molto raramente vedono la luce nuove opere, mentre all'epoca di Marcello vi era grandissimo fermento. La continua richiesta di drammi nuovi (non esisteva il concetto di repertorio) portò alla comparsa di un grande numero di compositori mediocri o, quando andava bene, buoni mestieranti, che costituivano un oceano di musicisti dal quale emergevano i grandi nomi che ancora oggi si ricordano. Marcello attacca questi mestieranti, li considera ignoranti e succubi ai capricci di virtuose, castrati e impresari; critica violentemente la musica priva di finalità drammatica volta al solo scopo di far sfoggiare le abilità tecniche dei cantanti, e l'uso esteso del "prestito" e del riciclo di musica già scritta (che è forse anche un tacito attacco contro Vivaldi)...tutte cause di appiattimento stilistico e decadimento qualitativo e drammatico.

Non dovrà il moderno Compositore di Musica possedere notizia veruna delle Regole di ben comporre, toltone qualche principio universale di pratica.
Non comprenderà le Musicali numeriche Proporzioni, non l’ottimo effetto de’ Movimenti contrari, non la mala Relazione de’ Tritoni e d’Essachordi maggiori. Non saprà quali e quanti siano li Modi ovvero Tuoni, non come divisibili, non le proprietà de’ medesimi. Anzi sopra di ciò dirà, non darsi che due soli Tuoni: Maggiore e Minore; cioè, Maggiore quello c’ha la terza maggiore, e Minore quello che l’ha minore; non rilevando propriamente ciò che dagli Antichi per Tuono maggiore e minore si comprendesse.
Non distinguerà punto l’uno dall’altro li tre generi, Diatonico, Chromatico, ed Enarmonico, ma bensì confonderà tutte le Chorde di essi in una sola Canzonetta a capriccio per separarsi affatto dagli Autori antichi con tale confusione moderna.
Userà gli Accidenti maggiori e minori a suo beneplacito, confondendo irregolarmente le Segnature di essi. Si servirà parimente del Segno Enarmonico, in luogo del Chromatico, con dire che sono la medesima cosa, perché già l’uno e l’altro fa crescere un Semituono minore, e in tal forma sarà ignaro affatto, che il Chromatico debba sempre trovarsi fra Tuoni per quelli dividere, e l’Enarmonico solamente fra Semituoni, essendo special proprietà dell’Enarmonico il dividere li Semituoni maggiori e non altro. 
Onde il Maestro di Capella moderno (come si è detto di sopra) deve essere intieramente all’oscuro di queste ed altre simili cose.
A tal effetto pertanto saprà poco leggere, manco scrivere, e per conseguenza non intenderà la lingua latina, contuttoché dovesse comporre per Chiesa, dove potrà introdurre Sarabande, Gighe, Correnti, etc., quali chiamerà poi Fughe, Canoni, Contrapunti doppi, etc.
Passando poi a discorrere sopra il Teatro, non s’intenderà il moderno Maestro di Musica punto di Poesia; non distinguerà il senso dell’Orazione: non le Sillabe lunghe o brevi, non le Forze di Scena, etc. Non rileverà parimente la proprietà d’istromenti d’Arco o da Fiato, quando sia egli Suonatore di Cembalo; e se il Compositore suonasse Stromenti d’Arco non curerà punto d’intendere il Clavicembalo, persuadendosi di poter compor bene all’uso moderno senza veruna pratica del medesimo.
Non sarà mal fatto pertanto se il Maestro moderno sarà stato molti anni Suonator di Violino o Violetta, e Copista ancora di qualche celebre Compositore, del quale conservi Originali d’Opere, di Serenate, etc., rubando da quelli e da altri ancora pensieri di Ritornelli, Sinfonie, Arie, Recitativi, Follie, Chori, etc.
Prima di ricever l’Opera dal Poeta ordinerà al medesimo metri e quantità de’ versi dell’Arie, pregandolo in oltre, che glie la faccia copiar di carattere intelligibile; che non gli manchino Punti, Virgole, Interrogativi, etc., benché poi nel comporla non avrà riguardo veruno né a Punti, né a Interrogativi, né a Virgole.
Prima di metter mano nell’Opera visiterà tuttè leVirtuose, alle quali esibirà di servirle a lor genio, cioè d’Arie senza Bassi, di Furlanette, di Rigadoni, etc., il tutto con Violini, Orso e Comparse all’unissono.

Si guarderà poi di legger l’Opera tutta per non confondersi, bensì la comporrà Verso per Verso, avvertendo ancora di far cambiar subito tutte l’Arie, servendosi poi nelle medesime di motivi già preparati fra l’anno; e se le Parole nuove di dette Arie non andassero felicemente sotto le Note (il che per lo più suole accadere) tormenterà di nuovo il Poeta finché ne resti appien sodisfatto.
Comporrà tutte l’Arie con Stromenti, avvertendo che ogni Parte proceda con Note o Figure del valore medesimo, siano queste o Crome o Semicrome o Biscrome; dovendosi piuttosto (per compor bene all’uso moderno) cercar lo Strepito che l’Armonia, la quale consiste principalmente nel diverso valore delle Figure, parte legate, parte battute, etc.; anzi per schivare tale Armonia non dovrà il Compositore moderno servirsi d’altra legatura, che (alla Cadenza) della solita Quarta e Terza, nel che, se gli paresse ancora di dar troppo nell’antico, chiuderà l’Arie con tutti gli Stromenti all’unissono.
Avverta poi, che l’Arie sino al fine dell’Opera siano a vicenda una allegra ed una patetica, senza aver riguardo veruno a Parole, a Tuoni, a Convenienze di Scena. Se nell’Arie vi entrassero Nomi propri, verbigrazia Padre, Impero, Amore, Arena, Regno, Beltà, Lena, Core, etc., etc., no, senza, già, ed altri adverbi, dovrà il Compositore moderno comporvi sopra un ben lungo Passaggio: v. g. Paaaa … Impeeee … Amoooo … Areeee … Reeee … Beltàaaa … Lenaaaa … Coooo … etc., Noooo … Seeeen … Giàaaa … etc. E ciò per allontanarsi dall’antico Stile, che non usava il Passaggio su Nomi propri o sopra Adverbi; ma bensì sopra parole solamente significanti qualche passione o moto, v. g. tormento, affanno, canto, volar, cader, etc. etc. etc.
Ne’ Recitativi la Modulazione sarà a capriccio, movendo il Basso con la frequenza possibile; e, composta ogni Scena (quando sia egli maritato con VIRTUOSA), la farà sentire alla Moglie, se no, al Servitore, al Copista, etc.
All’Ariette tutte dovranno precedere Ritornelli assai lunghi con Violini unissoni, composti per ordinario di Semicronie o Biscrome e questi si faranno suonar mezzi piano per rendergli più nuovi e men fastidiosi, avvertendo che l’arie che seguono, con detti Ritornelli non abbiano punto che fare.
L’Ariette poi dovranno procedere senza Basso, e per sostenere il Musico in Tuono, se gli farà accompagnar da Violini all’unissono, facendo ancora in tal caso far qualche Nota di Basso alle Violette; ma questo è ad libitum.
Quando il Musico è alla Cadenza, farà il Maestro di Capella fermar tutti gli Stromenti; lasciando l’arbitrio al Virtuoso o Virtuosa di trattenersi quanto gli piace.
Non faticherà molto intorno a Duetti o Chori, quali ancora procurerà si levino dall’Opera.
Nel resto aggiongerà il Maestro di Capella moderno, ch’egli compone cose di poco studio e con moltissimi errori per soddisfare all’Udienza, condannando in tal forma il gusto dell’Uditorio, che veramente si compiace di ciò che sente talvolta, benché non buono, perché non gli vien fatto gustare il migliore.
Servirà l’Impresario a pochissimo prezzo, riflettendo alle molte migliaia di Scudi, che gli costano i VIRTUOSI dell’Opera, che però si contenterà di Paga inferiore al più infimo di quelli, purché non gli venga fatto torto dall’Orso e dalle Comparse.
Caminando il Compositore con Virtuosi, particolarmente CASTRATI, darà sempre loro la mano dritta, starà con cappello in mano, un passo indietro, riflettendo che il più inferiore di questi è nell’Opere per lo meno un Generale, un Capitano del Re, della Regina, etc.
Incalzerà e lenterà il tempo dell’Arie a genio de’ VIRTUOSI, dissimulando qualunque loro indiscretezza, col riflesso che la propria Riputazione, Credito ed interesse, sta in le lor mani; che perciò gli cambierà, occorrendo, Arie, Recitativi, Diesis, Bmolli, Bquadri, etc.
Dovranno formarsi tutte le Canzonette delle medesime cose, cioè di Passaggi lunghissimi, di Sincope, di Semituoni, d’alterazioni di Sillabe, di repliche di Parole nulla significanti, v. g. Amore amore, Impero Impero, Europa Europa, furori furori, orgoglio orgoglio, etc. etc. etc.; che però dovrà il Compositore moderno per tal effetto, quando compone l’Opera, aver sempre dinanzi agl’occhi una Nota o Inventario delle sopradette cose tutte, senza alcuna delle quali non terminerà mai Arietta veruna e ciò per sfuggire al possibile la Varietà, che non è più in uso.
Terminato il Recitativo in Bmolle s’attaccherà subito un’Aria con tre o quattro Diesis obligati in Chiave, ripigliando poi il seguente Recitativo per Bmolle, e ciò a titolo di Novità.
Dividerà parimente il Maestro moderno il sentimento o significato delle parole, particolarmente nell’Arie, facendo cantare al MUSICO il primo verso (benché da sé solo nulla significhi) e poi introducendo un lungo Ritornello di Violini, Violette, etc. etc.
Avverta il Maestro moderno se dasse lezzione a qual che VIRTUOSA dell’Opera, d’incaricarla a pronunciar male, e, per tal effetto, insegnarle gran quantità di Spezzature e di Passi, perché non s’intenda veruna parola e in tal maniera comparisca e sia meglio intesa la Musica.
Quando li violini suonano il Basso senza Cembali o Contrabassi, non importa punto che le Chorde di detto Basso (rispetto alla Voce e all’Istromento d’arco) coprano la Parte che canta, il che suole accader per lo più nell’Arie de’ Contralti, Tenori e Bassi.
Dovrà il Maestro di Capella moderno ancora compor Canzonette particolarmente in contr’alto o mezzo soprano, che i Bassi accompagnino o suonino la medesima cosa all’Ottava bassa e li violini all’Ottava alta, scrivendo sulla Partitura tutte le Parti, e così s’intenderà di comporre a tre, benché l’Arietta in sostanza sia d’una Parte sola diversificata solamente per Ottava in grave e in acuto.
Volendo il Compositor moderno comporre a quattro, dovranno indispensabilmente due Parti procedere all’unissono o per Ottava diversificando in ciò ancora l’andamento del Motivo: v. g. se una Parte camina di Semiminime o Crome, l’altra procederà di Semicrome o Biscrome, etc...
Il Basso di Crome sarà chiamato, dal Maestro di Capella moderno, Basso cromatico, imperciocché l’intelligenza del termine cromatico non gli conviene; avvertendo egli ancora (come si è detto di sopra) di non intendersi punto di Poesia, imperciocché tale intelligenza parimente conveniva a’ Musici antichi, cioè Pindaro, Arione, Orfeo, Hesiodo, etc. li quali, secondo Pausania, erano Poeti eccellentissimi non meno che Musici, ed il moderno Compositore deve usar ogni studio per allontanarsi da quelli, etc.
Alletterà il Popolo con Ariette accompagnate da Stromenti pizzicati, Sordini, Trombe marine, Piombé, etc.

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