mercoledì 14 settembre 2011

Nozze arciducali a Milano [1]: Il Ruggiero


Il 15 ottobre 1771 nel Duomo di Milano vengono uniti in matrimonio l'arciduca Ferdinando d'Asburgo, terzo figlio di Maria Teresa d'Austria e di Francesco I imperatore del Sacro Romano Impero, e Maria Beatrice d'Este, figlia ed erede di Francesco III ultimo duca di Modena e Reggio.
L'importantissimo evento, che porterà agli Asburgo il ducato, viene festeggiato con grande sfarzo, alla presenza della più alta aristocrazia.
Il programma dei festeggiamenti prevede, come di consueto, anche rappresentazioni teatrali nel Teatro Regio Ducale (la Scala ancora non esisteva): un'opera seria in piena regola - Il Ruggiero, ossia L'eroica gratitudine, con musica di Hasse  - e una "serenata teatrale" - Ascanio in Alba, su libretto di Parini e musica di Mozart.



Commissionata entro i primi giorni del gennaio 1771, l'opera costituirà l'addio alle scene di due celeberrimi protagonisti dell'opera del Settecento, Johann Adolf Hasse e Pietro Metastasio. Il libretto era già pronto nel 1770, originariamente destinato a festeggiare le nozze dell'arciduchessa Maria Antonietta con il delfino di Francia, futuro Luigi XVI, ma non venne utilizzato per questa occasione. Il soggetto è tratto dall'Orlando furioso del Tasso, per il richiamo alla tradizione letteraria cavalleresca francese.
La trama vede Bradamante nella reggia di Carlo Magno, rifiutare l'offerta di matrimonio di Leone, principe bizantino, fiduciosa nel ritorno dell'amato Ruggiero del quale da tempo non ha notizie. A sua insaputa, Ruggiero è al seguito di Leone, sotto mentite spoglie col nome di Erminio, poiché il principe nemico gli ha salvato la vita, ignaro della sua identità. Bradamante, cedendo alle pressioni di Carlo al matrimonio, pone come condizione che l'aspirante alla sua mano la batta in duello, nel quale è imbattibile. La situazione precipita quando Leone chiede a Ruggiero, provetto guerriero, di combattere in sua vece per ottenere la mano di Bradamante, ed egli seppur combattuto, accetta la richiesta per il debito di riconoscenza che lo lega al principe.
Ruggiero vince il duello, Bradamante è di Leone, con rabbia e rassegnazione dei due amanti. A salvare la situazione è la confidente di Bradamante, Clotilde, che rivela a Leone la vera identità di Erminio ed egli, commosso da tanta "eroica gratitudine" rinuncia all'amata consentendo la felice unione di Ruggiero e Bradamante.
Il libretto riprende dunque il fortunato intreccio dell'Olimpiade, in un dramma raffinato e di grande bellezza linguistica.

La musica di Hasse coglie pienamente i caratteri dei personaggi, e conferisce all'opera una veste altamente elaborata, nello stile dell'opera seria italiana che lui stesso aveva portato ai massimi livelli durante cinquant'anni di carriera. Ciò nonostante il compositore ormai settantaduenne accolse con rassegnazione la commissione, avendo già da tempo meditato di abbandonare i palcoscenici e dedicarsi esclusivamente alla musica sacra. Sia Hasse che Metastasio ben sapevano che il loro ultimo sforzo teatrale, non commissionato dal teatro milanese ma imposto dall'augusta sovrana, non avrebbe più riscosso l'unanime gradimento del pubblico. E' lo stesso Hasse ad esprimere questi timori in una lettera all'amico Ortes:
La mia musica è compatita; ma le cose teatrali sono incerte, e per lusinghiero che sia l'aspetto delle cose, non me ne fido in sino che l'opera non è andata in scena. Qui vorrebbero assai spettacolo e pochissimi recitativi. Il Ruggiero è certamente un libro ben scritto, ma si trova affatto privo de' primi, ed abonda de' secondi, ondeché il tempo solo potrà dirmi quale sarà la mia sorte.
L'accoglienza fu sostanzialmente negativa. La Gazzetta di Milano, nel fare il resoconto dei frsteggiamenti il 23 ottobre, non degnerà di una parola né il dramma né la musica. Tuttavia, lo stesso giovane Mozart scriverà alla sorella: "Oggi c'è l'opera di Hasse, ma, poiché papà non esce, non posso andarci. Per fortuna ne conosco quasi tutte le arie a memoria,e così posso ascoltarla e vederla a casa nella mia testa". Basterebbe questo "a confutare l'immagine dell'ultima opera di Hasse, ancora radicata, come manifestazione di un'inappellabile arretratezza di scrittura a paragone di quanto imbandiva il giovane Mozart nell'Ascanio in Alba". [Mellace]
Il cast comprendeva alcuni tra i più grandi nomi dell'epoca: Maria Girelli Aguilar (Bradamante), il castrato Giovanni Manzuoli (Ruggiero) e il tenore Giuseppe Tibaldi (Carlo Magno). L'opera consta di 17 arie solistiche, una marcia e un "coro" finale intonato dai solisti, oltre alla sinfonia d'apertura. Ma, segno dei nuovi tempi recepito da Hasse, contiene anche ben 11 recitativi accompagnati.L'orchestrazione è molto curata, e prevede un organico numeroso, con flauti, oboi, fagotti, 4 corni, trombe e timpani, oltre agli archi. "Per quanto tradizionale, la musica del Ruggiero non è però un prodotto ripetitivo di vecchie formule, ma ha le caratteristiche di una creazione matura e affinata attraverso l'esperienza di un musicista giunto alla fine della sua carriera, ma capace ancora di rendere con fresca forza creativa i contenuti espressivi del dramma". [Mariangela Donà]
Nonostante la cattiva accoglienza da parte del pubblico, Hasse venne lautamente ricompensato dall'Imperatrice, come egli stesso racconta all'Ortes, con "una bella scatola d'oro e un paio di buccole sontuose di brillanti" destinate alla figlia, oltre a "una scatola d'oro delle più magnifiche" con il ritratto dello sposo e contenente "un anello tutto di brillanti gialli bellissimi, contornati con un giro di brillanti bianchi" per lui stesso, da aggiungersi al compenso per la composizione. Hasse, felicissimo, dichiarerà: "non ho avuto mai un'opera più magnificamente pagata"

Ai nostri giorni, svincolati dai gusti e dalle mode dell'epoca, possiamo ascoltare ed apprezzare molto meglio questa musica splendida, ultima creazione operistica di uno dei più grandi compositori teatrali del Settecento.

la Sinfonia

Atto I - Aria di Bradamante "Farò ben io fra poco"

Atto I - Aria di Carlo "Di marziali allori"

Atto III - Aria di Ruggiero "Ho perduto il mio tesoro"

8 commenti:

  1. Belle in particolare l'ouverture (l'inizio mi è parso handeliano, se così si può dire) e l'aria di Ruggero del III atto, in un efficace modo minore che non capita di sentire tutti i giorni in un'opera seria.

    Hasse disse a proposito di Mozart "questo ragazzo ci getterà nell'oblio". Non aveva tenuto conto di Internet e di YouTube :D

    RispondiElimina
  2. Per fortuna! è un compositore che amo molto, lo stesso Mozart lo teneva in gran conto. Per l'ouverture, Piero Mioli sente nel movimento finale (un tradizionale 3/8) addirittura lontani echi del concerto grosso.
    Tutte le arie di Ruggiero e di Bradamante sono di grande bellezza, ma non tutte si trovano su Youtube. Segnalo comunque http://www.youtube.com/watch?v=fmYB6ijYfyo e http://www.youtube.com/watch?v=rqXkZugSzYs&feature=results_video&playnext=1&list=PL76C61272B792A1F2. Manzuoli era un grandissimo interprete.

    RispondiElimina
  3. En passant, l'opera venne ripresa nel 1772 a Napoli dove Ruggiero venne interpretato dal soprano Gaspare Pacchiarotti, e le sue arie vennero riscritte ex novo. Poi il dramma sparì dai palcoscenici fino alla ripresa milanese del 2000, diretta dal compianto maestro Bosman.
    Oggi si assiste a una renaissance della musica teatrale hassiana, che segue la linea di rivalutazione di tutta l'opera del periodo. Il grande problema della produzione operistica del Sassone fu quella di legarsi a doppio nodo ad un'estetica che venne del tutto sorpassata intorno al 1770, perciò il cambio estetico condannò all'oblio il suo poderoso lavoro.

    RispondiElimina
  4. Hasse ha scritto anche musica strumentale? A leggere Wikipedia sembrerebbe di no (a parte un concerto per violoncello), e parrebbe anche un peccato perché, considerata quella Sinfonia che hai postato, avrebbe potuto essere un valido autore anche per voci non umane.

    RispondiElimina
  5. L'affidabilità di Wikipedia è risibile. Hasse era principalmente un compositore d'opera e di musica sacra (ne scrisse davvero molta), ma si è dedicato con profitto anche alla musica strumentale: sinfonie, concerti (uno molto bello per mandolino) e molte sonate per vari strumenti (flauto, violino, violoncello, cembalo, organo). Personalmente ho studiato alcune delle sonate per flauto, e le ho trovate molto pregevoli.

    RispondiElimina
  6. Se ti interessa approfondire la figura e il lavoro di Hasse, ti consiglio due splendidi saggi di Raffaele Mellace: "Johann Adolf Hasse" (ed. L'Epos, 2004) e "L'autunno del Metastasio - gli ultimi drammi per musica di J.A.Hasse" (ed. Leo Olschki, 2007), molto ben fatti, ricchi di esempi musicali, analisi, richiami bibliografici.

    RispondiElimina
  7. Dici bene, perché sono andato ad approfondire l'argomento consultando "La Sinfonia classica" (di Ferruccio Tammaro). Questo libro dedica ad Hasse un paio di pagine e lo prsenta così: "Autore anche di copiosa musica strumentale, Hasse scrisse sinfonie solo in qualità di ouvertures per lavori vocali: come in C. H. Graun, rinveniamo anche "ouvertures alla francese", utilizzate sia per melodrammi (...) sia per il più serioso genere dell'oratorio (...) Prevalgono in ogni modo sinfonie tripartite all'italiana, alcune delle quali denotano, relativamente ai tempi nei quali nacquero, non pochi particolari interesasnti; del resto la buona valorizzazione dell'orchestra attuata da Hasse nelle sue opere non poté non ripercuotersi sul pregio delle sinfonie che proprio a quelle opere erano anteposte."

    RispondiElimina
  8. Kraus, cerca su youtube e troverai parecchi lavori strumentali del Sassone

    RispondiElimina