lunedì 12 settembre 2011

Maestri dimenticati: Francesco Durante (1684-1755)

Con questo post inauguro la sezione dedicata a coloro che ebbero grande notorietà mentre erano in vita, ma che sparirono poi velocemente dalla memoria dei posteri.


Francesco Durante nacque  nel 1684 a Frattamaggiore, in provincia di Napoli. Dopo la morte del padre si trasferì a Napoli per frequentare il conservatorio di Sant'Onofrio a Capuana, ove studiò contrappunto con lo zio Angelo, e violino con Gaetano Francone.
Poco conosciamo della vita e della musica composta negli anni successivi. 
Nel 1714 si sposò con Orsola de Laurentiis, più anziana di lui di ben 21 anni. Nel 1728 divenne Maestro di Cappella del conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, dove ebbe come allievo Pergolesi. Succedette a Porpora nella carica di Primo Maestro al conservatorio di S.Maria di Loreto, e a Leo in quello di S.Onofrio. Tra le importanti composizioni di questo periodo troviamo le Sonate per cembalo, la Missa in Palestrina e il Requiem in sol minore.
Durante puntò ad ottenere anche il posto di Maestro della Cappella Reale, partecipando ad un grande concorso cui presero parte i più noti compositori napoletani dell'epoca, e indirizzando perfino una supplica al Re, il quale però gli preferì De Majo.
La sua attività musicale lo portò, in diverse città italiane (Roma, Venezia, Bologna, Bari) riscuotendo successo e ammirazione.
Francesco Durante morì il 30 settembre 1755, e venne sepolto nella chiesa di S.Lorenzo a Napoli. Ai funerali presero parte tutti i musicisti napoletani, ed i "figliuoli" (così erano chiamati gli allievi dei conservatori) di S.Onofrio e di S.Maria di Loreto.

Durante è una figura centrale del panorama didattico napoletano; suoi allievi furono, oltre a Pergolesi, Paisiello, Piccinni, Jommelli, Traetta, Sacchini, Guglielmi, Terradellas...insomma i più grandi nomi dell'opera italiana. Le divergenze di opinioni con l'altro grande didatta dell'epoca, Leonardo Leo, portò addirittura alla creazione di fazioni di "durantisti" e "leisti", dimostrando quanto vivo e ribollente fosse il mondo musicale napoletano.
Il suo contributo all'opera fu molto marginale; molto più vasto il catalogo delle opere sacre (lodate da Jommelli), ove riuscì a equilibrare la vocalità polifonica di ascendenza palestriniana con la nuova concezione monodica che si era andata affermando dalla fine del '600.
Di rilievo anche le sue composizioni strumentali (sonate per cembalo e concerti per quartetto), nelle quali convivono elementi arcaici ed altri addirittura premozartiani, ed altri ancora tratti dal repertorio sacro, apparendo così una novità assoluta nel genere.
E' anche celebre per un'opinione data su un giovane musicista che aveva da poco portato sulle scene La clemenza di Tito; questo musicista era Gluck. A proposito di un passo dell'opera (l'aria di Sesto "Se mai senti spirarti sul volto", nel II atto) così si espresse l'autorevole maestro:
"Io non so se questo punto è o non è conforme alle regole, ma vi dico che noi tutti, a cominciare da me, saremmo superbi di averlo immaginato e scritto".


E' stato inoltre dimostrato che il Magnificat per gran tempo attribuito a Pergolesi è in realtà opera di Durante.



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