domenica 5 febbraio 2012

Maestri dimenticati: il divino Boemo


Scorrendo la storia dell'opera nel XVIII secolo ci si imbatte, tra la folla di più o meno talentuosi autori, in alcuni compositori stranieri che in Italia ebbero grande fortuna. Alcuni mossero nel nostro paese i primi passi o raccolsero i primi successi operistici, come Gluck (con risultati invero piuttosto modesti), Mozart, Hasse e Johann Christian Bach; altri invece vi costruirono l'intera carriera e godettero di grande popolarità, ma vennero presto archiviati con il cambio del secolo e il tramonto dell'opera seria, loro linfa vitale.



Joseph Myslivecek fu sicuramente, insieme a Hasse, il più apprezzato e talentuoso compositore “straniero” in Italia, tanto da guadagnarsi l'affettuoso nominativo di “divino Boemo”. Nato a Praga nel 1737 in una benestante famiglia di commercianti, venne dal padre destinato agli studi accademici e frequentò il prestigioso Gymnasium Clementinum gesuita e seguendo successivamente i corsi di filosofia all'università di Praga, che abbandonò a seguito dei modesti risultati conseguiti. Dopo essersi applicato senza molta convinzione nell'attività di famiglia insieme al fratello, diede una grande svolta alla sua vita ottenendo un posto di violinista presso una chiesa della capitale boema e dedicandosi alla composizione.

Grazie all'appoggio del conte Waldstein si recò a Venezia a perfezionare le sue conoscenze musicali, studiando con Giovanni Pescetti (organista a S.Marco e maestro di Salieri) e debuttando a Bergamo nel 1766 con Semiramide. La carriera di Myslivecek decollò con i numerosi lavori per le scene napoletane - ilSan Carlo era all'epoca il primo teatro d'Europa - e l'ammissione all'Accademia Filarmonica di Bologna. La sua musica operistica riceve nuovi testi di carattere religioso nella sua natale Boemia, in modo tale da poter essere eseguita anche nelle chiese. Con il Demetrio inaugurò il teatro di Pavia e nel 1780 la sua unica opera milanese, Il Gran Tamerlano, riscosse un successo enorme.

Il successo di Myslivecek si fondò su un'inesauribile inventiva melodica, in uno stile che ha pienamente assimilato il linguaggio italiano, percorso da una forte fibra drammatica, “pieno di fuoco, di spirito e di vita”, come scrisse di lui Mozart, con il quale aveva intrecciato rapporti di sincera amicizia durante i viaggi italiani del salisburghese. Oltre a 28 opere e una decina di oratori, fu un prolifico compositore di sinfonie (gliene si attribuiscono ben 85), concerti e musica da camera – fu un pioniere nel genere dei quintetti d'archi e dei complessi di fiati. Lo stile di Myslivecek influenzò moltissimo quello di Mozart, tanto che oggi diversi studiosi dubitano dell'attribuzione al salisburghese di alcuni lavori (per esempio alcuni dei concerti per violino, qualche sinfonia e un concerto per pianoforte). La sua fama si diffuse in tutta Europa: la corte portoghese commissionò la copiatura di ben diciotto partiture teatrali di Myslivecek, per poterle rappresentare e conservare a Lisbona.


Per circa dodici anni fu uno dei compositori più ricercati e meglio pagati del continente. Pettegolezzi mai confermati storicamente gli attribuiscono piccanti liaisons amorose con belle e famose cantanti come Caterina Gabrielli e Lucrezia Aguiari. Furono la vita frenetica e una malattia mai ben identificata (gli studiosi parlano di sifilide, il compositore riferì a Mozart trattarsi di un cancro osseo) a condurlo ad una morte precoce avvenuta il giorno di S. Valentino del 1781, che lo colse a Roma in stato di povertà e ormai ignorato dal pubblico. Della sua malattia si sa poco: l'ipotesi più seguita dagli studiosi è quella della sifilide; Mozart lo incontrò nel 1777 a Monaco, ricoverato nell'ospedale, e ne lasciò un toccante resoconto in una lettera al padre. Myslivecek fu felicissimo della visita del caro amico: “La prego carissimo papà, risponda a Myslivecek. Gli scriva ogni volta che le è possibile. Non gli farà piacere più grande, perché quest'uomo è completamente solo e abbandonato. Spesso, per un'intera settimana, nessuno va a trovarlo. Mi ha detto: - le assicuro che è molto strano per me che venga a farmi visita così poca gente, dato che in Italia avevo sempre gente”. Morì povero e dimenticato a Roma all'età di 44 anni, e ancora oggi riposa nella chiesa di San Lorenzo in Lucina. Nella nostra epoca di riscoperte musicali, l'opera di Myslivecek sta rivedendo timidamente la luce del Sole, i cui raggi tornano a illuminare la musica di uno tra i più raffinati musicisti del suo secolo.



2 commenti:

  1. Ci è giunta di lui, grazie allo stesso Mozart, l'arietta "Ridente la calma" in una versione per canto e tastiera. Pare che questo compositore meriti veramente una riscoperta: alcuni suoi lavori sono elettrizzanti per via del fuoco che li anima e la sua immensa produzione tocca moltissimi generi.

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  2. esattamente. Ti consiglio anche i notevoli concerti per violino. Non stupisce quindi che Mozart sia rimasto molto colpito dal collega. Il suo "fuoco" non è mai di maniera, come spesso si riduce ad essere lo Sturm und Drang, né si riducono a vuoti e schematici formalismi le sue composizioni. Sicuramente Myslivecek è al disopra dei tanti buoni "mestieranti" che popolavano il mondo musicale dell'epoca

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