giovedì 15 dicembre 2011

Inganno e trionfo a Parigi: Les Danaides


Antonio Salieri è stato uno dei più significativi operisti della fine del XVIII secolo. Le sue opere furono rappresentate in tutta Europa, da Napoli a Copenaghen, da Lisbona a Mosca. Fu allievo a Vienna del dimenticato Gassmann e di Gluck, direttore dell'Opera di Corte e Hofkapellmeister, fondò il Conservatorio e contribuì alla formazione della Gesellschaft der Musikfreunde. Per decenni fu la personalità musicale più influente della capitale asburgica e un richiestissimo insegnante, che ebbe come allievi Beethoven, Hummel, Schubert, il giovane Liszt e perfino Franz Xaver Mozart, il secondo figlio di Wolfgang Amadè.
L'appoggio di Gluck gli procurò importanti occasioni, quali la commissione di Europa riconosciuta, l'opera inaugurale del nuovo teatro milanese di Santa Maria alla Scala, e il suo trionfale debutto parigino con Les Danaides, il capolavoro tragico di Salieri. L'ingarbugliata storia di quest'opera è l'oggetto dell'articolo.

Durante il suo ultimo soggiorno parigino del 1778/79, Gluck ricevette da Calzabigi il libretto di una nuova opera sul soggetto di Ipermestra, ma trattando la materia diversamente da Metastasio:



Alla morte del fratello Egitto, Danao decide di proporre ai figli del defunto una solenne riappacificazione. L'odio tra i due rami della famiglia verrebbe cancellato dalle nozze tra le figlie di Danao (le Danaidi) e i figli di Egitto. L'idea è però parte di un piano fraudolento teso allo sterminio dei parenti: le figlie ricevono infatti l'ordine di uccidere i propri mariti. Al rifiuto della sola Ipermestra, il padre le narra il terribile oracolo che li sovrasta: se la strage non sarà completa, Danao verrà ucciso da uno dei figli di Egitto, suscitando la disperazione della figlia combattuta tra la salvezza dell'amato Linceo e quella paterna. Durante i festeggiamenti per le nozze le Danaidi (tranne Ipermestra) pongono in atto il piano cruento, facendo strage dei mariti. Giunge Danao infuriato per la disobbedienza di figlia,  ordinando alle altre di dare la caccia al fuggiasco Linceo, Ipermestra sviene e il palazzo crolla tra le fiamme. L'opera si conclude con una visione del destino della feroce famiglia, confinata tra le fiamme dell'Ade con Danao incatenato a una roccia come Prometeo.

Il dramma venne probabilmente redatto in vista di una commissione da Napoli che non venne però confermata. Invece di restituire il libretto, Gluck passò il libretto (senza il consenso dell'autore) a Du Roullet o al barone Tschudi, sue vecchie conoscenze, per trarne una traduzione in francese ma non venne comunque musicato perché, dopo il successo di Iphigénie en Tauride e il tremendo fiasco di Echo et Narcisse, stufo del consenso sempre altalenante dei parigini, Gluck decise di tornare immediatamente a Vienna e di non mettere più piede in Francia. Negli anni seguenti però gli amici parigini di Gluck premettero per un suo ritorno sulle scene proprio con quel dramma messo da parte, tradotto e con il nuovo titolo di Les Danaides. Un grave evento sembrò mettere a rischio il progetto, al quale sebra che Gluck fosse favorevole: nel giugno 1781 il compositore fu vittima di un grave colpo apoplettico che gli causò la paralisi della parte destra del corpo, rendendogli impossibile scrivere. Per salvare la commissione, Gluck decise di affidare la composizione a Salieri, rimandando la rivelazione di questa sostituzione fino al momento in cui l'Opéra di Parigi fosse stata costretta ad accettare il fatto compiuto, poiché il dramma richiedeva un grandissimo investimento e rappresentava un rischio troppo elevato per un musicista che a Parigi era completamente sconosciuto. In effetti la verità venne rivelata poco a poco al Comité dell'Opéra: inizialmente Gluck garantì di comporre e portare a Parigi la nuova opera per il compenso di 20.000 franchi, mentre il più informato ministro de Chaillon seppe che solamente i primi due atti erano di mano di Gluck mentre gli altri erano stati composti da un altro autore. Si decise allora di garantire la metà del compenso per l'opera, mentre il rimanente sarebbe stato versato solo in caso di successo delle prime rappresentazioni.
Nel 1783 Gluck comunicò che il suo stato di salute non gli avrebbe permesso di recarsi personalmente a Parigi, e che avrebbe perciò mandato il solo Salieri riducendo il compenso a 12.000 franchi. Il comitato dell'opera non ebbe più dubbi che il solo autore del dramma fosse Salieri, aiutato dal maestro boemo a conquistarsi fama immortale, e decise che per salvare le apparenze Les Danaides sarebbero state presentate al pubblico come opera di Gluck per i primi due atti e di Salieri per il resto, e venne fissata la “prima” all'aprile del 1784. Questa lunga e confusa giostra di rivelazioni e smentite non era rimasta completamente nascosta al pubblico: la verità era già trapelata sui giornali francesi e tedeschi. D'altronde, come giustamente nota Brauenbehrens, “quanto più un lavoro è posto al centro di pubbliche discussioni prima della sua rappresentazione e viene avvolto in un nugolo di supposizioni, tanto più desta curiosità e tanto maggiore è l'affluenza che procura”.

Il dispendio di mezzi per Les Danaides fu notevole, con la presenza di cori e balli e la realizzazione di scenografie e costumi meravigliosi. Alla prima presenziò anche la Regina Marie Antoinette, principale sostenitrice di Gluck a Parigi (fu sua allieva di canto in gioventù) e sicuramente a parte del “segreto”, considerando le numerose visite di Salieri a Versailles. L'opera ottenne un successo colossale e le recensioni sui giornali francesi furono semplicemente entusiastiche. La partitura venne subito data alle stampe, e l'opera verrà rappresentata ben 120 volte fino al 1828.
La finzione della paternità di Gluck venne mantenuta fino alla sesta rappresentazione, quando fu pubblicata una dichiarazione dello stesso Gluck nella quale dichiarò “che la musica delle Danaidi è interamente di Salieri e che io non ho avuto altra parte se non quella dei consigli che egli ha voluto accettare da me e che la mia stima per lui e quel poco di esperienza che ho mi hanno indotto a offrirgli”. Al povero Calzabigi non restò che protestare su un giornale parigino per l'indebita appropriazione del libretto, e questo evento sancì la definitiva rottura tra lui e Gluck.

La musica di Salieri è notevole, ovviamente debitrice allo stile gluckiano soprattutto nei cori e nei recitativi, ma di certo più articolata e pittoresca, più moderna, e risente nell'orchestrazione del coevo sviluppo sinfonico viennese. Sicuramente si tratta della vetta più elevata nella produzione del musicista di Legnago, e secondo me a ragione si è postulato questo lavoro come anello di congiunzione tra la tragédie-lyrique italo/francese degli anni '80 e la successiva esperienza di Cherubini, "senza il quale sarebbe giocoforza attribuire a Cherubini lo sforzo di un saltus stilistico troppo più grande di quello, già sorprendente, che in effetti compì" (Carli-Ballola).






10 commenti:

  1. Potentissima quest'opera: non stupisce che il suo autore abbia poi insegnato musica a gente tipo Beethoven e Schubert...

    L'ouverture già la conoscevo e mi è sempre parsa un pezzo splendido, di grande carattere e pure originale, per giunta in un secolo in cui l'originalità bisogna cercarla col lumicino. La parte finale, con una rappresentazione molto efficace dell'inferno, si apre con una serie di dissonanze che avrebbero fatto sobbalzare lo stesso Mozart, ma anche gli altri brani che hai postato reggono perfettamente il paragone con la sinfonia introduttiva.

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  2. Verissimo. L'armonia di Salieri è molto audace, spesso osa più di Mozart, e quest'opera restituisce tutta la grandezza di un artista che possiamo tranquillamente collocare tra i più notevoli del XVIII secolo.

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  5. Articolo veramente interessante! Mi ha fatto piacere leggerlo :) aspetto di sapere cosa succede dopo ;) tra Gluck, Calzebigi e Salieri!

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  6. @misterpapageno: beh la rottura tra Gluck e Calzabigi fu definitiva. Il librettista protestò vivacemente, poiché il libretto delle Danaides altro non era che una remplice revisione del suo, ma il suo nome non venne mai citato. Ne seguì una vivace discussione sul "Mercure de France", con la pubblicazione di proteste di Calzabigi e controdichiarazioni di Roullet che andarono avanti fino all'autunno inoltrato. Calzabigi inoltre si prese la magra rivincita di far rappresentare a Napoli la sua Ipermestra, con musica di Giuseppe Millico.
    Tra questo librettista e Salieri non vi furono collaborazioni dirette se non per il libretto di "Le donne letterate" del 1770, scritto da Gastone Boccherini con la collaborazione di Calzabigi, suo amico.

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  8. Ciao, colgo l'occasione per farti gli auguri di buon Natale e di uno splendido 2012 con tanta grande musica :)

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